L’ultima regia di Fukasaku. Orrore dove si fugge e non si combatte quasi mai: martellatori di bambine, mamme non vedenti sciolte nell’acido, nonni omicidi e incestuosi. Nella sopravvivenza di generi sfruttati e consumati, Fukasaku riporta l’inattualità della sua messa in scena da vecchio artigiano del cinema nella forma di immagini che di media hanno una luccicanza che le differenzia da tutto il resto. Operazione singolare da parte di un cineasta, passato (come il recente John Woo di Stranglehold, che Fuori Orario manderà presto in onda integralmente) dalla regia cinematografica alla regia di un videogioco, pur nell’annullamento di una qualsiasi separazione tra le due operazioni; tanto da pensare che qui più che nei suoi film, Fukasaku riesca a trovare una cifra più svelata, naked, denudata proprio per la libertà relativa nel non doversi ancorare a una «fluidità » di sceneggiatura.» (rai-3)
Clock tower 3
Regia: Kinji Fukasaku, Giappone, 2002
Giappone, 2002
Génénerique
Direttore | Kinji Fukasaku |
Scenaggiatore | Kinji Fukasaku |
Caratteristiche tecniche
Categoria: 70
Informazioni tecniche: ,
Sistema sonoro: non indicato
L’ultima regia di Fukasaku. Orrore dove si fugge e non si combatte quasi mai: martellatori di bambine, mamme non vedenti sciolte nell’acido, nonni omicidi e incestuosi. Nella sopravvivenza di generi sfruttati e consumati, Fukasaku riporta l’inattualità della sua messa in scena da vecchio artigiano del cinema nella forma di immagini che di media hanno una luccicanza che le differenzia da tutto il resto. Operazione singolare da parte di un cineasta, passato (come il recente John Woo di Stranglehold, che Fuori Orario manderà presto in onda integralmente) dalla regia cinematografica alla regia di un videogioco, pur nell’annullamento di una qualsiasi separazione tra le due operazioni; tanto da pensare che qui più che nei suoi film, Fukasaku riesca a trovare una cifra più svelata, naked, denudata proprio per la libertà relativa nel non doversi ancorare a una «fluidità » di sceneggiatura.» (rai-3)